Stornara
STORIA
In età federiciana Stornara era uno dei tanti insediamenti che punteggiavano la via Traiana. Nel 1223 fu popolata da un gruppo di Saraceni, poi divenne feudo di Goffredo di Beaumont. Nell’epoca della transumanza, regolamentata dalla Dogana della Mena delle Pecore in Puglia, Stornara risulta parte della Locatione d’Ordona con le sue 5770 versure di terra destinata al pascolo oltre che all’agricoltura. Nel 1600 il feudo fu acquistato per 42.512 ducati dai Gesuiti, che vi stabilirono la loro Residentia Asturnariensis. Cacciati i religiosi dal Regno di Napoli, divenne uno dei cinque Reali Siti, e in essa si insediarono 83 famiglie di coloni che ricevettero per 29 anni 12 versure di terra. Nel 1806 fu aggregata al comune di Stornarella, ma nel 1905 – a seguito di una proposta di legge avanzata dall’onorevole cerignolano Giuseppe Pavoncelli – divenne comune autonomo.
SITO WEB
n.d.
STORNARA IN CIFRE
- Superficie 33,86 km²
- Abitanti 5.787
- Densità 170,91 ab./km²
- CAP 71047
PUNTI D’INTERESSE
Retaggio del XVIII secolo, la vecchia torre – detta anche “Casa della torre” o “Torre arcipretale” – era parte integrante di quel sistema di controllo che i Borboni posero in essere per il controllo fiscale della transumanza. È una struttura a due piani provvista di scala d’accesso esterna, con muratura fatta di grossi ciottoli di fiume e liste di laterizi, e copertura in pietra crosta sormontata da coppi pugliesi. La chiesa di San Rocco, costruita nel 1856 sulle rovine di altra chiesa edificata nel 1840 e crollata in corso d’opera, ospita la statua del santo protettore cittadino, e un quadro sei-settecentesco di scuola napoletana della Madonna della Stella. La ottocentesca torre dell’orologio ricorda infine il dono del re Francesco II in risposta alle suppliche dei “naturali” del luogo.